I confini di pietra
Antichi mestieri, corso di formazione per selciatori e costruttori di muretti a secco Progetto primo classificato al Premio paesaggio della Toscana 2019partner coinvolti: 5
- FonARCom
- IterEgo Agenzia Formativa
- Cai Massa
- ADT Studio
- Cifa Italia
obiettivi specifici
- Trasferimento competenze
- Opportunità di lavoro
- Conoscenze sul materiale lapideo
- Conoscenze su modalità costruttive
- Tutela dei manufatti storici
Temi
- Formazione
- Lavoro
- Montagna
- Tutela
Il muro a secco è un’arte. Prima di scegliere una pietra da collocare occorre saper leggere il contesto naturale e geomorfologico. Poi, ovviamente, è anche necessario poterla collocare nel posto e nella posizione giusta. I muri a secco, costituiti da pietre sommate ad altre pietre, sono stati costruiti nel tempo da abili artigiani del paesaggio. Muri di contenimento, vie di collegamento, perimetri di terreni agricoli. Questo è molto altro è stato realizzato con le sole mani (e l’abilità) di chi era capace di plasmare la natura. Un mestiere che sta scomparendo. Eppure l’azione del tempo e l’incuria, causate da un progressivo abbandono delle aree montane, potranno causare la fatale scomparsa di queste opere che testimoniano perfetto e rispettoso connubio tra le attività umane e l’ambiente. In questo contesto si inserisce il progetto, finalizzato alla formazione di artigiani dei muri a secco. Nell’alta Toscana, nelle Provincia di Massa Carrara e Lucca, la zona delle Alpi Apuane sono stati due architetti, Anna Della Tommasina (esperta in restauro dei beni culturali) e Sauro Quadrelli (past president del Cai, sezione di Massa) ad accorgersi di questa dimenticanza e ad avviare un percorso di recupero delle tecniche di costruzione e manutenzione a secco, recupero reso problematico dalla quasi totale scomparsa di artigiani competenti. Un esperto maestro artigiano ha trasferito la competenza, e da qua si è pensato di organizzare corsi gratuiti di formazione grazie alla partecipazione di IterEgo, dell’associazione datoriale Cifa Italia e dei finanziamenti del fondo inter-professionale FonARCcom. Le nuove professionalità formate, oltre ad avere un impatto immediato sul paesaggio e la natura, rappresentano anche un’opportunità per le nuove economie di montagna (e non solo).